L'Etrusco di Michelangelo Pistoletto al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea - Torino
Quando il mio amico Marco mi disse: "ehi Kat devi andare a vedere la mostra a Rivoli, c'è una cosa per te". Sapevo o almeno speravo ci fosse qualcosa su gli etruschi.
Visitai così la grande mostra “Michelangelo Pistoletto. Molti di uno” dedicata all'artista in occasione del suo novantesimo compleanno presso la Manica Lunga del Castello di Rivoli.
Ho letteralmente passeggiato attraverso le sue opere, in un percorso ideale che attraversa ambienti solo apparentemente divisi, ma comunicanti e aperti. Così come una moderna Dorothy alla ricerca di Oz ho superato ogni spazio, così ricco di stimoli, mondi in cui perdersi e pensare. Poi finalmente lo vedo: l'Etrusco. Nella sua posizione ferma e ieratica.
L’opera è la versione in bronzo dorato della famosa statua etrusca dell’Arringatore, che ritrae Aulo Metello colto nell’atto di orazione, posta di fronte ad uno specchio. Venne esposta per la prima volta alla Documenta di Kassel nel 1991-1992, nell’ambito del progetto Tartaruga Felice, collocata in fondo ad un negozio dismesso di pellicce.
A riguardo di questo lavoro, Pistoletto scrisse: «È necessario che l’arte, dopo l’apertura del varco specchiante che mostra l’alternativa alla vecchia prospettiva, elevi un braccio e tenda l’indice della mano per indicare, nello specchio, la strada che porta al di là del muro su cui l’umana individualità si sta sfracellando: muro altissimo in qualità progressiva dei mezzi moderni impastato di vetuste credenze, metodi associativi antiquati ed aberranti, regole devastanti. La lunghezza di un braccio è già la prima distanza che si può prendere rispetto al punto tragico dell’impatto finale. Questo è nel lavoro che alla Documenta IX di Kassel ho presentato al culmine ed inizio di una strada» (PISTOLETTO, 1993). Testo di Michela de Riso.
Mi soffermo in questo spazio. Non è una cosa da poco poter vedere, anche se come riproduzione, una statua etrusca da così vicino.
La prima cosa che colpisce è questo grande specchio di fronte al quale è posizionata la statua. Tutta la simbologia legata allo specchio è affascinante: è una superficie riflettente che crea un doppio disorientante in cui perdersi.
L'arringatore ha una posizione in cui ambiguamente guarda se stesso ( il passato), punta lo sguardo oltre (il futuro) e ci controlla (nel presente). Allo stesso modo si resta coinvolti e risucchiati in questo universo. Infatti diventa impossibile non essere riflessi a nostra volta. Questa triangolazione di sguardi mi porta ad una osservazione del tempo che qui pare misteriosamente congelato.
L'arringatore - Museo Archeologico Nazionale Firenze Immagine tratta dal web https://it.wikipedia.org/wiki/File:L%27Arringatore.jpg |
L'originale scultura bronzea è alta 170 cm ed è conservata presso Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro. E' l'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca. Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś". Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze col sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".
Continuo a fare ragionamenti o, meglio in questo caso, a "riflettere", sull'opera di Pistoletto.
Per osservarla nella sua interezza mi devo mettere alle sue spalle, sui suoi passi. Questo mi ricorda l'aforisma attribuito a Bernardo di Chartres che siamo "Nani sulle spalle dei giganti", ma non so più se rispettiamo le auctoritates o se invece siamo solamente spigolatori alle spalle di mietitori o forse più perspicaci ma non per questo più sapienti degli antichi.
Il braccio risulta sproporzionato rispetto al resto del corpo a sottolineare in maniera ancora più enfatica il gesto, che non è un saluto, ma una richiesta di attenzione. Disegna nell'aria una chiara tensione all'attenzione di ciò che sta per farci sapere, una arringa, una condanna o un ammonimento.
Ha la gamba sinistra in leggera flessione, che nello specchio sembra quasi una torsione in avanti un passo verso l'ignoto.
Il suo aspetto è quello di un uomo maturo, un uomo navigato che sa come ci si deve comportare e sa cosa dire e in quale modo. E' un uomo etrusco, ma già integrato nel mondo romano, come è chiaramente evidente dall'abbigliamento della toga e dei calzari. Un uomo di cultura etrusca in un mondo oramai romano.
E questa è l'altra cosa che mi colpisce nella scelta di questa statua: si tratta chiaramente di un uomo di legge. Solo la legge e le regole possono governare un popolo che senza le quali sarebbe perso. Avere delle regole ci permette di vivere più serenamente nella società, perché crediamo di poterne essere protetti. Alla fine, se ci comportiamo bene non dovremmo avere paura di nulla. Ma l'arringatore nel suo incedere un po' ci fa tremare, perché sappiamo che non sempre la legge dettata dall'uomo è giusta e preferiremmo spesso vivere liberi da ogni regola. Pensiamo di essere superiori agli animali quando noi da soli non siamo in grado di governarci mentre loro, rispondendo a quell'istinto naturale che tanto aborriamo, si autodisciplinano.
Concludo con una frase del filosofo Giordano Bruno “L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo”.
Tutto questo è ciò che mi ha scatenato quest'opera del genio creativo di Michelangelo Pistoletto, al quale, se ne avessi l'opportunità, chiederei: "Maestro perché proprio un etrusco?"
Michelangelo Pistoletto - QR Code Possession Autoritratto 2019-2023 Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea Rivoli - Torino |
Questa volta l'Etruska fra le Alpi ha sorvolato mondi ed epoche solamente specchiandosi con quell'etrusco, ritrovando quanto siano ancora vivi tra noi questi antenati.
L'Etruska con L'Etrusco Museo d'Arte Contemporanea Rivoli - Torino |
Un'idea geniale!
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