AB OVO



Le uova nella cultura etrusca





 
Ab ovo è una espressione latina usata dal poeta latino Orazio nell'opera Ars poetica. Indica un concetto di lontananza nel tempo, ossia dall’origine.
La mia fascinazione per la forma dell’uovo parte da lontano e si perde nei miei ricordi di bambina e da molto lontano giunge il suo significato simbolico.
Non ha spigoli, non ha un inizio, non ha una fine, ma ha una sua verticalità.
Diventerà per questo simbolo di perfezione divina, di rinascita, racchiudendo in sé anche una simbologia cosmica.
Per gli antichi egizi l'uovo era all'origine di tutto, il centro dei quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. Per alcune culture la rottura dell’uovo, rappresentava simbolicamente la nascita del Cosmo.
Nelle scene funerarie dell'antico Egitto, dell'antica Grecia e degli Etruschi, l’uovo allude alla rinascita dell'anima defunta in una vita ultraterrena.
Con il Cristianesimo, l'idea ancestrale del guscio in cui risiede il germe della vita è passato a significare il sepolcro dal quale Cristo è risorto, rappresentando non solo la rinascita della Natura, ma dell'uomo stesso e di Cristo.
Oggi come allora, il periodo pasquale coincide con la primavera, il momento in cui l’energia vitale, tenuta prigioniera nell’oscurità del periodo invernale, risorge. La primavera dell’essere attraverso la rottura del proprio guscio si evolve per una nuova vita.

Quando per le vacanze pasquali viaggiavo con i miei genitori verso il paesino dei nonni vicino Viterbo e papà diceva “Bimbe c’è l’ovo!” ci si affacciava al finestrino, mentre davanti a noi compariva l’uovo bianco gigantesco di Collesalvetti. Era l’insegna in cemento di un rivenditore di uova, ma per me era la porta verso un mondo fantastico, dove il cielo limpido baciava i campi verdi e alti cipressi segnavano i sentieri verso allegre casette di campagna. Tutto molto diverso dal caos cittadino a cui ero abituata.
Entravo così nella terra d’Etruria…
Nella vita degli Etruschi l’uovo aveva un ruolo centrale ed era simbolo di ricchezza e di fertilità. La sua forma si ricollegava alla pietra ovale, che richiamava a sua volta la Dea Madre, simbolo di energia creatrice, di rinascita e per questo motivo collocavano una pietra ovoidale vicino alle loro sepolture.
Come per esempio a Kainua, antica città etrusca presso l'attuale comune di Marzabotto, dove in numerose sepolture a cassa, grosse pietre di grandezza variabile a forma di uovo ne sormontano le lastre di copertura. Le tombe rappresentavano un elemento centrale ed erano il punto di partenza del viaggio nell’aldilà. Così gli etruschi per assicurarsi maggiore protezione, si circondavano quindi di ciò che potesse essere loro utile.






L’uovo, considerato benaugurale, era un alimento dei loro banchetti in vita, come anche nei rituali funebri di passaggio verso la morte. Nella tomba dei Leopardi a Tarquinia ciò è ben rappresentato nel dipinto che raffigura un simposio, dove un commensale ostenta un uovo nella mano destra.  

Immagine da web


Così come nella tomba degli Scudi, dove il defunto è rappresentato semisdraiato sulla kline con la moglie che gli porge un uovo.
Anche se meno frequentemente i Rasenna aggiungevano al corredo funebre uova di struzzo decorate e incise, come nella tomba di Iside a Vulci. Questa tipologia di uova si ritrova anche in altri siti, ad esempio in Sardegna.
Le coste tirreniche verso la fine dell’VIII sec. a.C. videro la circolazione di una grande quantità di beni di lusso. Molti di questi venivano raccolti e distribuiti negli scali etruschi, i cui mercanti svolgevano attività commerciale marittima smerciando soprattutto prodotti delle attività agricole e metallurgiche.
In questo modo avvenivano anche scambi culturali e artistici nel Mar Mediterraneo.
Per esempio, anche gli artigiani cartaginesi utilizzavano gusci di uova di struzzo sui quali usavano rappresentare dei volti di valore simbolico sacrale.
Mi piace aggiungere in questo elenco il Castel dell'Ovo, il castello più antico della città di Napoli. Un’antica leggenda narra che il poeta latino Virgilio di origini etrusche vi nascose nelle sue segrete un uovo magico che aveva il potere di mantenere in piedi l'intera fortezza; la sua rottura avrebbe provocato il crollo del castello e una serie di rovinose catastrofi alla città.
Le origini etrusche di Virgilio sono evidenti nelle sue opere, dove indaga i segreti della natura e il linguaggio dei corpi celesti. Mostrando di conoscere la dottrina e la pratica dei sacerdoti etruschi, che sapevano addentrarsi nei più reconditi meandri del cosmo.
Virgilio era nato ad Andes, un piccolo villaggio sito nei pressi dell'antica città di Mantua, odierna Mantova.
 
Ancora una volta ho trovato un “Etrusko” molto vicino alle mie Alpi…
 

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