La tomba del guerriero celtico e la brocca etrusca

Brocca a becco della tomba della Burcina, V secolo a.C. (Biella, Museo del Territorio Biellese) 


In queste eccezionalmente calde giornate di autunno ne ho approfittato per muovermi, per visitare luoghi nuovi o rivederne altri, sempre in cerca di elementi etruschi al nord.
A Biella, nella sezione archeologica del Museo del Territorio del Biellese, ho trovato esposta un’elegantissima caraffa in bronzo di manifattura etrusca, che riporta sul manico una piccola palmetta, molto probabilmente utilizzata per contenere del vino, forse durante un ultimo banchetto per onorare il defunto. Questo reperto mi ha particolarmente colpito per la sua eleganza e per il fatto che sia stato ritrovato tra gli oggetti posti a fianco di un guerriero celtico, della cui sepoltura nel museo vi è anche una suggestiva ricostruzione. 
I fatti raccontano che nel 1959 sul colle della Burcina, presso Biella, venne portata alla luce una struttura in pietra che, secondo alcuni studi, doveva essere un nucleo sepolcrale a inumazione databile intorno al 450 a.C. La fossa era foderata da ciottoli a secco e coperta da un tumolo di pietre, al cui interno furono rinvenuti frammenti di ossa, un copricapo in cuoio con parti metalliche, una sorta di cintura con passanti in bronzo e un ricco corredo che restituisce una multiforme immagine del defunto: un’ascia, una catena di sospensione di un calderone, la brocca a becco etrusca, un frammento di cuspide di lancia. Il defunto della tomba doveva essere stato un guerriero appartenente all’élite della sua comunità. 
Poiché il rito funebre e il corredo rimandano al mondo celtico transalpino, il defunto della Burcina sembrerebbe appartenere a quei gruppi di guerrieri gallici che valicarono le Alpi prima dell’invasione del IV secolo a.C.
È un esempio di come attraverso contatti ad ampio raggio siano arrivati sui banchetti delle famiglie aristocratiche oggetti di eccelsa manifattura. Tra l’Età del bronzo e l’Età del ferro sulla sommità di quel colle vi fu un vero e proprio insediamento che durò diversi secoli. Dopo il VI secolo a.C., però, l’abitato fu abbandonato e l’area riutilizzata come necropoli, come testimonierebbe la misteriosa tomba del guerriero. 
Le brocche a becco, con la loro caratteristica forma, furono inizialmente realizzate e utilizzate dagli Etruschi. I Celti importarono alcuni di questi vasi e iniziarono a copiarli, sviluppandone varianti, di fattura meno pregiata, in bronzo e argilla. Quel tipo di brocca divenne molto imitata e utilizzata anche nel nord Europa, tanto che viene indicata con un nome tedesco : Schnabelkanne.
Famose brocche celtiche con becco sono state trovate a Glauberg in Hessia e a Dürrnberg vicino a Hallein in Austria. Una variante moderna fu realizzata dal laboratorio di Christian Knütgen (attivo dal 1568 al 1605) a Siegburg (Germania), nel 1597 ed è ora conservata al Metropolitan Museum of Art.



Brocca a becco della tomba della Burcina, V secolo a.C. (Biella, Museo del Territorio Biellese) 

                                                     
La brocca del guerriero ha sul manico un raffinato ed elegante motivo a palmette che ormai mi segue ovunque vada… 
L’elemento decorativo a foglie di palma stilizzate aperte a ventaglio unite inferiormente da un fermaglio (bottone o archetto tondo o a sesto acuto, collocato a volte fra due volute) era forse originario di Creta (II millennio a.C.). Usato in età arcaica nella decorazione di elementi architettonici (frontoni, volte di capitelli ionici, fasce dei fregi.) e in prodotti realizzati in materie diverse quali argento, bronzo, ceramica, oreficeria... si diffuse poi nell'oriente mediterraneo e dal secolo VII a.C. in Grecia e quindi in Etruria, dove divenne segno distintivo. 
Fu poi ripreso nel Rinascimento fino ad età neoclassica divenendo motivo tipico e qualificante di un gusto decorativo.

Ho trovato emozionante scoprire come una brocca artigianale etrusca, diventata corredo funebre di un guerriero celtico, sia arrivata fino a noi.
Ancora una volta mi sono sentita un'“Etruska” fra amici celti. Perché questi due popoli hanno respirato insieme in queste terre e hanno condiviso momenti di amore, gioia e dolore, che riusciamo ancora a percepire grazie alle poche testimonianze che sono arrivate fino a noi. 
Dobbiamo rispettare le voci dei nostri avi e per questo certamente mi fa stare male vedere la tomba così spogliata ed il suo corredo rinchiuso in una teca lontana dal suo eroe.


Fonti:
Dizionario di arte e letteratura di Gerardo Milani e Maio Pepe, Zanichelli editore.
Galati vincenti
I Celti in Piemonte tra VI e I secolo a.C. - Biella, Museo del Territorio Biellese
 16 luglio - 29 ottobre 2017 - a cura di Angela Deodato
https://www.museodelterritorio.biella.it/sezioni/sezione-archeologica/sezione-archeologica-del-territorio/
https://www.piemonteitalia.eu/it/curiosita/la-tomba-del-guerriero-al-parco-della-burcina
https://en.wikipedia.org/wiki/Beak-spouted_ewer


Commenti

  1. La brocca è bellissima, andrò a vederla! Ma come fai a scoprire tutte queste cose? Brava!

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