Veio. L'eccezionale raccolta etrusca del re Carlo Felice e Maria Cristina di Borbone ad Agliè (TO)







Questa volta mi trovavo in visita al castello di Agliè, per un'altra mia passione, quella per le residenze nobiliari sabaude e le loro collezioni. Eravamo in meno di una decina accompagnati da una simpatica e preparata guida che, sala dopo sala, ci ha raccontato la storia di questa splendida dimora, che ha fatto anche da sfondo alla famosa fiction televisiva Elisa di Rivombrosa.

Il palazzo, proprietà della dinastia dei San Martino dal XII secolo, passerà ai Savoia nel 1763, quando venne riqualificato, coinvolgendo anche tutto il borgo. Il programma di rinnovamento lo trasformerà da fortilizio in un sontuoso castello con più di 300 stanze, arredato elegantemente e arricchito da collezioni preziose di vario tipo. 
Durante gli anni di influenza napoleonica venne adattato ad ospizio per poveri, ma dal 1823, dopo la Restaurazione, rientrerà nuovamente tra i possedimenti dei Savoia per volontà di re Carlo Felice, che con grande impegno ne riaggiornerà la struttura, dotandola anche di uno stupendo e non consueto teatrino interno.

Palchetto d'onore dl teatro
 

Sipario 

Carlo Felice, che non amava Torino, svolse le sue attività di rappresentanza in un continuo peregrinare tra una residenza e l’altra, a seconda delle stagioni. Le residenze di Govone e di Agliè erano le sue preferite in estate e vi investì cifre cospicue per renderle nuovamente abitabili, aggiornando gli edifici e i loro arredi e risistemando con grandi lavori i giardini secondo il gusto dell'epoca. In inverno il re soggiornava a  Genova e a Nizza ed effettuava solo periodici passaggi da Torino in occasione di momenti particolari dell’anno, in cui era necessario presenziare a cerimonie pubbliche e feste religiose. 



Il castello di Agliè venne riarredato da artisti di corte. Lo scultore Giacomo Spalla allestì la cosidetta Sala TuscolanaUn piccolo museo con reperti archeologici provenienti dall'antica Tuscolo, rinvenuti nella villa Rufinella di Frascati, proprietà di Carlo Felice e della regina Maria Cristina, detta proprio Villa Tuscolana. 



Durante la mia visita, è stato proprio prima di accedere a questa sala, che ho sentito all'improvviso la parolina magica che ha risvegliato tutto il mio interesse: etruschi..
Ero così intenta a guardare il mobilio, da non accorgermi del pavimento su cui stavo camminando. Abbasso lo sguardo e vedo palmette, palmette, palmette ovunque. Chiedo alla nostra guida, che mi conferma quello che avevo sentito e mi ribadisce che in quella stanza un tempo erano riposti i reperti archeologici etruschi della collezione di re Carlo Felice e Maria Cristina di Borbone. Nella collezione, ora in restauro, erano presenti tra l'altro un gruppo di manufatti metallici etruschi, soprattutto bronzi, provenienti dalla città di Veio

                                         


I temi di queste sale si intrecciano con il gusto per l’ambientazione e l’arredo dell'epoca, l’archeologia, la pittura, le arti decorative e il restauro. Una storia fatta di acquisizioni e dispersioni, che dà le indicazioni sui grandi progetti culturali perseguiti dai Savoia in una Europa moderna.

La collezione "tuscolana" e la collezione etrusca "veiente" sono così diventate per me una interessante e inaspettata visita di un museo nel museo e di una storia nella storia. 

Propongo qui di seguito alcune considerazioni raccolte nel volume "Da Marianna a Maria Cristina. Il Castello di Agliè tra antico e moderno.", su cui ho basato molto della mia ricerca, perchè le ho trovate veramente interessanti e hanno stimolato la mia fantasia, accendendo la mia curiosità. 
La mia speranza è quella di vedere al più presto e di poter ammirare un nuovo interessante allestimento di reperti etruschi sotto le Alpi. Oramai gli etruschi mi seguono un po' ovunque nel mio peregrinare e mi piace questo sentirli piu' vivi che mai.

"...Gli studi che oggi si pubblicano - scrive nella prefazione della dott.ssa Alessandra Gallo Orsi Direttrice del Castello di Agliè - sono stati fondanti per individuare le scelte di riallestimento del primo piano e, in particolare, della sala che ospitava la collezione di Veio, voluta da Maria Cristina nel quarto decennio e che era situata a fianco del Salone Arduino e simmetricamente alla Sala Tuscolana. Il locale era stato modificato e in tempi successivi adibito a “guardaroba” delle porcellane e infine, nella seconda metà dell’Ottocento, a biblioteca dei duchi di Genova. Le ricerche hanno consentito di comprendere il ruolo primario rivestito dalle sale dei reperti archeologici del castello all’interno del pensiero ideatore degli allestimenti ottocenteschi di Carlo Felice e della sua consorte, che insieme condivisero questa passione per i ritrovamenti artistici dell’antichità, tramandata dalla famiglia di lei oltre che dalla sorella del re sabaudo: i sovrani scelsero di collocare i reperti in due sale distinte in base ai luoghi di ritrovamento, Tuscolo e Veio, ma entrambe vicine e contigue al cuore del palazzo seicentesco voluto da Filippo San Martino di Agliè, che non fu mai modificato durante i grandi interventi settecenteschi del duca del Chiablese. A seguito degli approfondimenti che in questo volume si presentano, e dopo lo studio degli inventari storici e il ritrovamento degli arredi che erano originariamente posti nella sala della collezione di Veio, si è concepita l’idea progettuale del futuro intervento, che ne prevede il riallestimento per ricostruire, attraverso questo fondamentale tassello, la configurazione decorativa della prima metà dell’Ottocento, commissionata da Carlo Felice e Maria Cristina, periodo a cui risale l’ultimo allestimento decorativo con una visione complessiva dell’intero castello. Per il secondo piano invece, fortemente condizionato dalle scelte di arredo compiute dai duchi di Genova tra la seconda metà dell’Ottocento e la vendita del castello allo Stato nel 1939, le ricerche in corso consentiranno di arrivare nel riallestimento a una meditata disposizione del mobilio e dei dipinti, basata sulla documentazione fotografica degli anni Trenta del Novecento e al contempo consapevole dei molteplici riutilizzi di arredi anche importanti di epoca precedente...

"Da Marianna a Maria Cristina. Il Castello di Agliè tra antico e moderno." 
Atti della giornata di studio. Torino, Palazzo Carignano, 23 novembre 2018. 
A cura di Luisa Berretti e Alessandra Giovannini Luca - editris. 


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