Lo studio all'etrusca di re Carlo Alberto al castello di Racconigi (Cuneo)



Due splendide cicogne mi salutano dal loro nido sui grandi camini del palazzo, mentre due imponenti sfingi fanno la guardia alla scalinata di ingresso, una posizionata a destra ed una a sinistra…così inizia la mia visita al castello di Racconigi in una splendida giornata di sole.


Stanza dopo stanza, racconto dopo racconto passiamo in rassegna gli ambienti interni, che hanno fatto da scenario alla storia del regno sabaudo prima e dopo l’unità d’Italia. 
Le pareti del lungo corridoio che portano alle stanze dei principini sono completamente ricoperte dai ritratti della famiglia reale.
Emozionante visitare la cappella che fu testimone del matrimonio della principessa Mafalda (1925), come anche le stanze riammodernate per accogliere la visita dello zar Nicola II in occasione della firma del trattato di Racconigi (1909).
Il parco meraviglioso con il suo romantico laghetto ci lascia immaginare incontri clandestini.
Un castello in cui si percepisce l’idea di maestosità e regalità che i regnanti volevano rappresentare per i loro ospiti, ma anche una certa aria di familiarità che inevitabilmente si respira durante la visita e non è solo una mia suggestiva sensazione.
Al secondo piano mi pare di scorgere da lontano re Carlo Alberto che con un regale cenno mi invita a raggiungerlo per ammirare il suo splendido studio decorato in stile etrusco
Complimenti maestà!… è uno dei più belli che abbia visitato.



Si tratta di un’opera di Pelagio Palagi e dell’ebanista Gabriele Capello detto il “Moncalvo”, concepito come luogo dove il sovrano svolgeva le mansioni amministrative e politiche durante le reali villeggiature.
Fu realizzato nei primi anni trenta del XIX secolo ed il ricco apparato decorativo vuole in qualche modo riproporre il fascino e l’entusiasmo per le allora ultime scoperte archeologiche. Le pitture sulle pareti sono scandite in ampi riquadri, mentre un fregio continuo decora il registro superiore. 


Il pavimento è realizzato a mosaico e sulla volta sono riprodotti gli affreschi della Tomba del Barone scoperta a Tarquinia presso la necropoli etrusca dei Monterozzi nel 1827. 



Le ante delle due porte di accesso, le poltrone, il tavolo centrale e i basamenti lignei su cui poggiano i vasi etruschi riportano un complesso intarsio raffigurante i dodici dei dell’Olimpo opera del Moncalvo su disegni di Pelagio Palagi
Nel 1851 il tavolo, un basamento a colonna e un pannello della porta destra furono presentati alla Great Exhibition tenutasi al Crystal Palace di Londra, che oltre al premio del settore Arredamento ricevettero una speciale menzione sul catalogo della mostra che li definì “Oggetti degni di occupare un posto nel palazzo di ogni sovrano”.



Nel 1980 Umberto I, in esilio, decise di vendere l’intera proprietà allo Stato Italiano, ponendo come unica clausola che la residenza e tutte le proprietà annesse fossero correlati al tema della “conoscenza” per essere destinati ad attività culturali di tipo divulgativo. 
Riaperto dal 1993 il castello è in gran parte visitabile. Oggetto di restauri conservativi è divenuto polo culturale e museale.
 



The  King Carlo Alberto's private study room at the Racconigi castle (Cuneo)
 
Two splendid storks greet me from their nest on the large chimneys of the palace, while two imposing sphinxes guard the entrance stairway, one positioned on the right and one on the left… so begins my visit to the Racconigi Castle on a splendid sunny day .
Room after room, story after story, we review the internal environments, which have served as
scenario to the history of the Savoy kingdom before and after Italy unification.
The walls of the long corridor leading to the princelings’ rooms are completely covered by portraits of the royal family. Very thrilling is the visit to the chapel that witnessed the marriage of Princess Mafalda (1925), as well as the rooms refurbished to accommodate the visit of Tsar Nicholas II on the occasion of the signing of the  Racconigi Treaty (1909).
The wonderful park with its romantic pond lets us imagine clandestine encounters.
This is a castle in which one perceives the idea of ​​majesty and royalty that the rulers wanted to represent for their guests, but also a certain air of familiarity that one inevitably breathes during the visit and it was not just my suggestive feeling.
On the second floor I seem to see King Carlo Alberto from afar who with a royal nod invites me to reach him to admire his splendid studio room decorated in Etruscan style
"Congratulation Your Majesty! It is one of most beautiful I have ever visited".
It is a work by Pelagio Palagi and the cabinetmaker Gabriele Capello called "Moncalvo", conceived as a place where the sovereign could carried out administrative and political duties during its royal holidays.
It was built in the early thirties of the nineteenth century and the rich decorative apparatus re-propose the fascination and enthusiasm for the then latest archaeological discoveries.
The paintings on the walls are divided into large squares, while a continuous frieze decorates the upper register. The floor is made in mosaic and on the vault are reproduced the frescoes of the Tomb of the Baron discovered in Tarquinia at the Etruscan necropolis of Monterozzi in 1827. The leafs of the two access doors, the armchairs, the central table and the wooden bases on which the Etruscan vases rest show a complex inlay depicting the twelve gods of Olympus.
In 1851 the table, a column plinth and a right door panel were presented to Great Exhibition held at the Crystal Palace in London, which in addition to the Furniture Sector award received a special mention in the exhibition catalog which defined them as “Objects worthy of occupying a place in the palace of every ruler".
In 1980 Umberto I in exile, decided to sell the entire property to the Italian State, with the only clause that the residence and all attached properties would have been related to the subject of "knowledge" for be intended for cultural activities of a popular nature.
Reopened in 1993, the castle can mostly be visited. It is the subject of conservative restorations and has become a cultural center and museum.
 

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